Perugia. Nell’era delle specializzazioni giuridiche l’interpretazione giudiziaria rappresenta certamente uno dei filoni, pressoché inesplorato, che offre interessanti opportunità professionali. A fronte della competenza di ogni singolo giurista nell’interpretazione giuridica (e quindi nell’attività volta a chiarire e stabilire il significato delle disposizioni, vale a dire degli enunciati nei quali si articola il testo di un atto legale, in vista dell’applicazione), allo stato attuale si registra una notevole carenza di specialisti in mediazione giudiziaria, ovvero di coloro che si dovrebbero occupare della delicatissima opera di interpretazione e traduzione, in svariate lingue, degli atti e dei provvedimenti normativi e giudiziari. Si evidenzia, appunto, che l’odierno scenario sociale, integrato e multiculturale, abbisogna sempre maggiormente di mediatori linguistici e, nello specifico settore giuridico e forense, si registra la crescente richiesta di operatori dotati delle peculiari competenze professionali in questione: anche la direttiva europea sul diritto alla traduzione e interpretazione nei procedimenti penali impone che gli interpreti e i traduttori giudiziari debbano essere “adeguatamente formati”.
L’idea è partita dalla Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Perugia, Istituto che offre il corso di laurea della Classe L-12 riconosciuto dal MIUR e che, alla sua quarantaduesima candelina accademica, spenta il 21 novembre nel corso di un affollatissimo simposio, organizzato presso la blasonata Sala dei Notari, ha annunciato l’apertura della terza edizione del Corso di Formazione Professionale per interpreti giudiziari. Nell’illustrazione dell’offerta formativa è stata evidenziata la possibilità di acquisire le indispensabili conoscenze e competenze, a fronte della consistente carenza di formazione del settore. I destinatari, anche se non laureati, sono sia studenti che professionisti che intendano acquisire e sviluppare competenze specifiche nell’ambito giudiziario, sia operatori nell’interpretariato giudiziario che vogliano acquisire abilità tecniche e professionalità. Ampio il ventaglio delle specifiche lingue proposte: a chi frequenta le corti appare evidente la necessità di mediare con gli idiomi più diffusi (albanese, rumeno, arabo, francese, inglese), ma l’operosità perugina si è spinta oltre la prevedibile richiesta con lingue come cinese mandarino, polacco, portoghese, russo, spagnolo, tedesco, ucraino.
Ideatrice del corso è Isabella Preziosi, direttore didattico dell’Istituto e interprete professionista con ampia esperienza in campo giudiziario. Le lezioni, dal taglio teorico e pratico, principieranno dal febbraio 2019, si svolgeranno nei week-end, e saranno impartite sia da accademici che da operatori del settore, coadiuvati da tutor, che orienteranno i discenti nelle attività di studio e di ricerca, sia autonoma che collettiva, attraverso la tecnologia e-learning per apprendimento misto (blended learning). Ma i benefici formativi non consistono solo nelle prerogative offerte dalle lezioni in presenza e dall’apprendimento a distanza, bensì saranno integrati da visite presso gli uffici giudiziari, alla presenza dei rappresentanti dell’organico.

Leggi su: Interpreti Giudiziari? Si formano a Perugia