Quando si contrae un mutuo per acquistare casa, si guarda sempre con grande attenzione al tasso d’interesse proposto, ma non si pensa mai a come sarà costruito il piano di ammortamento, cioè al modo in cui i soldi vengono restituiti alla banca.
Semplificando al massimo, i principali modo di calcolo delle rate sono due: all’italiana e alla francese. Nell’ammortamento all’italiana si ha una rata composta da una parte costante di capitale che viene restituito progressivamente e proporzionalmente nel tempo, e una parte variabile decrescente, data dagli interessi sul capitale residuo. Tale metodo ha il vantaggio di portare ad un rapido abbattimento del capitale, ma specialmente all’inizio, presenta il problema non piccolo di portare ad una rata molo alta, visto che in questa sono contenuti gli interessi sul capitale residuo.
Se invece, andando a esaminare il piano di ammortamento del vostro mutuo, vedete una rata costante e, specialmente all’inizio, una quota capitale minima, è perché si è applicato il c.d. ammortamento alla francese, metodologia che in realtà è utilizzata in praticamente tutti i mutui erogati dalle nostre banche. L’ammortamento alla francese ha il merito di permettere una pianificazione migliore, avendo una rata già predeterminata, ma ha il problema che, volendo estinguere il mutuo, anche dopo molti anni si dovrà pagare una somma per il capitale residuo molto alta. C’è poi un altro problema. Andando a calcolare quanto si versa veramente alla banca utilizzando i due metodi, si vede che alla fine, con l’ammortamento alla francese, si ha un esborso maggiore, anche in maniera consistente, dato dal fatto che gli interessi sono calcolati in parte su una quota degli interessi futuri, con un doppio effetto negativo: da una parte si ha una evidente violazione del divieto di anatocismo ex art. 1283 cc (cioè il divieto di calcolare gli interessi sugli interessi) e da una parte questo, che è un vero e proprio costo occulto, porterebbe ad un tasso di interesse effettivo superiore a quello reale, al punto tale che a volte si arriva a superare la soglia dell’usura.
E a questa conclusione è giunto anche il Tribunale di Roma (Trib. Roma Sentenza 8 febbraio 2021, n. 2188) . Nel caso in esame, chi aveva contratto il mutuo aveva citato l’istituto di credito lamentando appunto che l’applicazione dell’ammortamento alla francese avrebbe portato all’applicazione di interessi anatocistici e al ricalcolo del TEG (tasso effettivo globale) superiore al tasso usurario. La consulenza tecnica contabile confermava in parte tali affermazioni, rilevando che il “costo occulto” era dato in in realtà non tanto dal calcolo anatocistico degli interessi, ma dal regime di “capitalizzazione composta” con cui viene calcolato l’ammortamento alla francese, e pertanto la banca veniva condannata alla restituzione di tutti le somme a questa versate al di fuori del capitale, per un totale di € 13.060,60, oltre al rimborso delle spese legali.
La sentenza è sicuramente molto interessante e non è neanche isolata, anche se molti altri tribunali invece si sono pronunciati diversamente. Sarà sicuramente stimolante vedere come si evolverà in futuro la giurisprudenza.